Disturbo congenito della glicosilazione di tipo 1a (PMM2-CDG)

Appartiene a un gruppo di malattie autosomiche recessive che colpiscono gli enzimi coinvolti nella sintesi delle glicoproteine. Colpisce principalmente il sistema nervoso centrale e periferico, ma anche altri sistemi.

I disordini congeniti della glicosilazione sono errori innati del metabolismo caratterizzati da un'attività difettosa degli enzimi coinvolti nei processi di glicosilazione (modifica delle proteine e di altre macromolecole mediante l'aggiunta e l'elaborazione di catene laterali oligosaccaridiche). Il più comune di questi è il disturbo congenito della glicosilazione di tipo 1a, causato da una carenza dell'enzima fosfomannomutasi 2 ed ereditato con un modello autosomico recessivo.

La frequenza del disturbo nella popolazione generale è stimata tra 1 caso ogni 50.000-100.000 individui.

Sintomi

Si possono distinguere tre gruppi in base alla clinica e alla gravità dei sintomi: la forma infantile, la forma tardo-infantile e la forma adulta. La forma infantile è la più grave e si sviluppa dopo la nascita, con ipotonia assiale, iporeflessia, strabismo e ritardo nello sviluppo. I sintomi possono essere molto gravi e ci sono casi con gravi danni neurologici in cui i pazienti non sopravvivono più di un anno. Possono verificarsi ipoplasia cerebellare, epatomegalia e retinite pigmentosa.

Nella forma tardo-infantile (esordio tra i 3 e i 10 anni), si verificano ipotonia, atassia, ritardo nello sviluppo motorio e del linguaggio, convulsioni, retinite pigmentosa e anomalie scheletriche.

Quando i sintomi si sviluppano in età adulta, sono solitamente meno gravi, si verificano neuropatia periferica e retinite pigmentosa. Sono state osservate anche anomalie scheletriche e invecchiamento precoce, difetti dello sviluppo delle ghiandole come l'ipogonadismo e un aumento del rischio di trombosi venosa profonda.

Gestione della malattia

Il trattamento dei pazienti con disturbo congenito della glicosilazione è sintomatico. Nella forma infantile grave comprende la cura per garantire l'apporto calorico (uso di sondino nasogastrico o tubo gastrostomico). Trattamento standard delle crisi epilettiche. È necessario il follow-up da parte di un team multidisciplinare che comprenda ematologi, immunologi, nefrologi, oculisti, fisioterapisti e logopedisti.

Geni analizzati

PMM2

Bibliografia

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